ATLA(S)NOW

SKI LAB
SKI LAB

L'integrazione tra varie discipline, quali l'arte e lo sci, rendono Atla(s)now un progetto di arte relazionale e comunitaria, in cui l'oggetto e l'azione divengono luogo di confronto e, appunto, di relazione, dove assume centralità il processo costruttivo, la scoperta dell'altro, l'incontro e l'esperienza condivisa. [download pdf][ leggi tutto ]

Per tale ragione, tutte le attività di formazione legate allo sci e alle professioni connesse alla montagna, oltre che assolvere alla loro funzione educativa, costituiscono un terreno su cui attivare azioni performative ed esperienze condivise, in cui il corpo ed il gesto assumono un ruolo importante nella costruzione di pensiero e relazioni tra uomini e territori.
Dunque, i programmi di formazione maestri di sci e la realizzazione di un nolo sci Atla(s)now ad Oukameiden, stazione di sci a soli 70 km da Marrakech, hanno fatto emergere necessità e consapevolezze nuove, quali la creazione di un’associazione di professionisti locali, in grado di gestire autonomamente ed in modo qualificato attività altrimenti destinate ad essere assorbite e disperse nella burocrazia istituzionale.
In tale prospettiva assume grande importanza essere riusciti a far ottenere un visto per una residenza in Italia alla guida e maestro di sci marocchino Id Ali Brahim.
Invitare un maestro di sci e guida è uno step fondamentale del progetto, in quanto  rappresenta un ponte di unione, uno spostamento di confine reale attraverso il movimento fisico di persone, una cerniera tra montagne di due continenti, che rafforza la volontà di Atla(s)now di sottolineare un aspetto fondante delle arti visive, che è quello di generare pensiero, arricchendo ed ampliando gli aspetti legati alla funzione e definizione del ruolo dell'arte e dell'artista.
Oltre al fondamentale aspetto di formazione tecnica e scambio culturale, con Brahim è iniziata la costruzione di un processo che mira ad unire le montagne che delimitano il Mediterraneo, spostando idealmente confini, fino a costruire un ponte tra le due vette più alte che lo delimitano, Il Toubkal a sud ed il Monte Bianco a nord. E' interessante notare come la residenza in Italia ed i contenuti su cui Atla(s)now si fonda, abbiano attivato in Brahim la volontà di realizzare un’opera da lasciare sulle montagne italiane che lo hanno ospitato. Essendo lui stesso un ottimo artigiano, ha inciso su una pietra delle sue montagne un messaggio ecologico universale, simboleggiato da 3 elementi, il Ginepro, albero tipico della sua terra e che lui difende strenuamente, il simbolo dell'identità Amazigh ed un uccello. Ha poi scelto un luogo nella stazione di sci di Ovindoli, un albero isolato nella neve sotto il quale ha voluto istallare la pietra, che va a prolungare sul territorio italiano quel Museo diffuso che Atla(s)now ha già iniziato a costruire sulle montagne del Marocco.
E' stato molto bello vedere come i professionisti della montagna italiani abbiano mostrato  sensibilità e disponibilità straordinarie, grazie alla quali si sono costruite relazioni che rafforzano quell'idea che porta ad immaginare le montagne come cerniere e ponti tra i popoli.
Sempre in tale contesto, si va ad inserire l'azione performativa itinerante “the Djellabà trip”  di Angelo Bellobono, già iniziata ad Oukameiden e che lo ha visto indossare sciando sulle nevi abruzzesi il suo “djellabà/opera” costruito con le sarte marocchine del laboratorio di Tadert titburine. Un viaggio, quello dello Djellabà, che mira a diffondere la montagna e l'identità berbera ad essa legata, lungo le catene montuose del Mediterraneo. [download pdf]